Recensione per Addio a Bodhgaya di Paola Ferrero a cura di Monica Cucinelli
Carissimi lettori del Penny Lane oggi vi parleremo di una nuovo romanzo della casa editrice Lettere Animate: Addio a Bodhgaya di Paola Ferrero, un'autrice che scrive con passione e per passione, che a regelare forti emozioni.
Leggiamo cosa ne pensa la nostra Monica:
Leggiamo cosa ne pensa la nostra Monica:
Un viaggio intenso e profondo quello di Paola Ferrero che attraversa il dolore e lo trasforma dentro un India magica e suggestiva, carica di colori, immagini, simboli e significati che vengono di volta in volta contattati e spiegati attraverso gli occhi della protagonista , Arianna.
Un viaggio quello di Arianna compiuto per ritrovarsi, per ripercorrere gli ultimi passi compiuti insieme al fratellastro Lucas.
Lo stile narrativo è scorrevole e fluido e scritto in terza persona. Fin da subito il lettore tocca con mano il sentire di Arianna, la sua tristezza, il suo dolore, misto a nostalgia,confusione e ricerca.
Addio a Bodhgaya è un viaggio del cuore e dell’anima in ricerca di sé, oltre il dolore, in ricerca di qualcosa che lo trasformi e che esista oltre di esso. Il viaggio comincia e si muove attraverso gli occhi della protagonista che sa di non essere più la stessa e prova a ritrovarsi.
Libro consigliato per l’abilità in cui l’autrice introduce e muove il lettore dentro un romanzo introspettivo fra ricordi, pensieri, impressioni. Sconsigliato, a mio parere, a chi ha subito una perdita in tempo recente. Fin da subito si avverte fortemente il senso della perdita di una persona cara, ma non è solo questo il senso della storia.
Gradualmente si rivela il sentire di un altro forte sentimento, l’amore.
La morte e l’amore si presentano come due forze che muovono la vita e che inesorabilmente la cambiano.
Dentro un India, che si rivela nella sua essenza e nelle sue contraddizioni, Arianna sperimenta la fugacità delle cose, la loro crudezza e povertà e verità da riscoprire, accogliere, raccontare.
“Niente, in India, durava a lungo. Nessuna via di mezzo, o forse, una sola e lentissima via di mezzo tra la vita e la morte. Forse era questo il suo fascino.”
Un’amore che coglie di sorpresa e che chiama a seguirlo, inevitabilmente, che chiede di vivere, oltre la morte. La morte si sente sulla pelle dentro questa storia, con la sua assurdità e durezza che sembra non trovare risposte. Voglio sottolineare la capacità di Paola Ferrero di toccare un tema così forte, con mano delicata, conducendo il lettore dentro sentimenti radicali, fra la morte, il senso di perdita, il dolore, la confusione ed ancora l’amore, la forza di amare e seguire l’amore, la meraviglia nel riscoprirlo e nel vederlo rinascere davanti a sé. E così nel luogo sacro dove Buddha aveva predicato Arianna compirà il suo viaggio, il suo rito per trovare pace.
Cosa scoprirà Arianna? Cosa la aspetta?
Un libro intenso, duro che apre a vie impossibili, a vie che non si potevano neanche immaginare, alla forza di esserci, di essere nel pieno della propria identità, nell’autenticità di emozioni vere, di una forza nuova che sa rompere i muri del silenzio, dell’incomprensione e generare qualcosa di nuovo.
“Ogni cosa che inizia ha una sua fine, ogni cosa che finisce porta ad un’inizio”
E cosa c’è di più forte della morte? (forse solo l’Amore).
Un viaggio quello di Arianna compiuto per ritrovarsi, per ripercorrere gli ultimi passi compiuti insieme al fratellastro Lucas.
Lo stile narrativo è scorrevole e fluido e scritto in terza persona. Fin da subito il lettore tocca con mano il sentire di Arianna, la sua tristezza, il suo dolore, misto a nostalgia,confusione e ricerca.
Addio a Bodhgaya è un viaggio del cuore e dell’anima in ricerca di sé, oltre il dolore, in ricerca di qualcosa che lo trasformi e che esista oltre di esso. Il viaggio comincia e si muove attraverso gli occhi della protagonista che sa di non essere più la stessa e prova a ritrovarsi.
Libro consigliato per l’abilità in cui l’autrice introduce e muove il lettore dentro un romanzo introspettivo fra ricordi, pensieri, impressioni. Sconsigliato, a mio parere, a chi ha subito una perdita in tempo recente. Fin da subito si avverte fortemente il senso della perdita di una persona cara, ma non è solo questo il senso della storia.
Gradualmente si rivela il sentire di un altro forte sentimento, l’amore.
La morte e l’amore si presentano come due forze che muovono la vita e che inesorabilmente la cambiano.
Dentro un India, che si rivela nella sua essenza e nelle sue contraddizioni, Arianna sperimenta la fugacità delle cose, la loro crudezza e povertà e verità da riscoprire, accogliere, raccontare.
“Niente, in India, durava a lungo. Nessuna via di mezzo, o forse, una sola e lentissima via di mezzo tra la vita e la morte. Forse era questo il suo fascino.”
Un’amore che coglie di sorpresa e che chiama a seguirlo, inevitabilmente, che chiede di vivere, oltre la morte. La morte si sente sulla pelle dentro questa storia, con la sua assurdità e durezza che sembra non trovare risposte. Voglio sottolineare la capacità di Paola Ferrero di toccare un tema così forte, con mano delicata, conducendo il lettore dentro sentimenti radicali, fra la morte, il senso di perdita, il dolore, la confusione ed ancora l’amore, la forza di amare e seguire l’amore, la meraviglia nel riscoprirlo e nel vederlo rinascere davanti a sé. E così nel luogo sacro dove Buddha aveva predicato Arianna compirà il suo viaggio, il suo rito per trovare pace.
Cosa scoprirà Arianna? Cosa la aspetta?
Un libro intenso, duro che apre a vie impossibili, a vie che non si potevano neanche immaginare, alla forza di esserci, di essere nel pieno della propria identità, nell’autenticità di emozioni vere, di una forza nuova che sa rompere i muri del silenzio, dell’incomprensione e generare qualcosa di nuovo.
“Ogni cosa che inizia ha una sua fine, ogni cosa che finisce porta ad un’inizio”
E cosa c’è di più forte della morte? (forse solo l’Amore).
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