Recensione: la vita nei tuoi occhi di Silvia Gaiart

Carissimi lettori del Penny Lane, oggi vi parlerò di un romanzo molto bello, tenero e dolce, quello scritto da una mia cara amica e autrice, Silvia Gaiart.
Il suo romanzo d'esordio è perfetto, quasi una sfida verso questo mondo pieno di disperazione e di guerre, ecco che un inno alla vita, alla resistenza alla sofferenza. 


Silvia Gaiart l'ho conosciuta grazie ai miei romanzi ed ero sicura che la dolcezza che trapelava dal suo modo di fare avrebbe vissuto anche fra le righe del suo romanzo.
Ne La vita nei tuoi occhi c'è tutto, dalla sofferenza alla speranza, dalla delusione alla rinascita. Si percepisce che l'autrice si sia ispirata a qualcosa vissuto sulla sua pelle, o è come se lo fosse grazie ad una scrittura semplice scorrevole e naturale, nessuna artefatto, nessuna espressione troppo costruita per catturare il lettore. Come un diario segreto ci trasporta in una intimità che spesso è celata dalla facciata esteriore per camuffare quello che davvero succede nel proprio cuore.
In ogni pagina si riscopre il desiderio di rimescolarsi a questo mondo per diventare invisibili e cercare di passare inosservati. Ma più la protaginista ci prova ad essere "normale" più la vita la dimostra che lei è speciale, irripetibile. Come irripetibili sono i legami profondi che ci legano alle persone con cui condividiamo la vita, i famigliari, buoni o cattivi che siano ci segnano profondamente, delineando ogni nostra azione nel quotidiano. Ma l'imprvedibilità degli eventi, il destino, o forse qualcos altro a cui l'uomo non può opporsi, ecco che mette i bastoni fra le ruote. E la vita è questa, quella che ogni giorno la protagonista vive suo malgrado provando a farcela contro un dolore che è parte di lei, che fa di lei quello che è, ovvero se stessa. Un libro non facile in alcuni punti in cui il rammarico per la morte diventa solido e lo si percepisce fin dentro il cuore, ma è sincero in ogni suo punto in ogni sua parte. L'ho amato,  ho amato tantissimo le parti in cui era a parlare il fratello, quello che non c'era, quello che osservava e che comunque non l'avrebbe mai lasciata. Ve lo consiglio, sicuramente ve ne affezionerete, Paoletta.

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