Le recensioni di Maria Antonietta Lenoci: La principessa di fuoco di Martina Anicas
Carissimi lettori del Penny lane eccoci con una nuoav recensione. oggi la nostra Maria Antonietta Lenoci ha letto per voi “La principessa di fuoco”, di Martina Anicas.
Sinossi:
In un regno senza tempo, governato da un re malvagio come pochi; in un regno in cui vi sono fitte foreste di colore nero, così tanto intricate e folte quanto pericolose. Difatti, al loro interno, oltre a molte belve feroci, vivono degli umanoidi, chiamati Banditi del Ghiaccio, capaci di strappare la carne dalle ossa con la sola forza delle loro braccia. Una terra in cui i Demoni Oscuri, le guardie del re, danno la caccia e uccidono senza pietà tutti coloro che il re ritiene indegni e non al suo livello; è in tutto questo che si svolge la storia di Artahnys, una giovane ragazza che ha appena subito una perdita molto grave e, da quel giorno, brama vendetta contro il re. Un libro in cui sentimenti, dolore, amore, guerra e magia si intrecciano e danno vita alla storia della Principessa di Fuoco, una ragazza che per amore, sarebbe capace di sfidare chiunque e andare incontro alla morte senza preoccupazioni o ripensamenti.
Devo dire la verità: leggendo questo fantasy ci sono rimasta un po' male. Arrivo a pagina 10 dell'introduzione e leggo “Nessuno di loro può vivere se l'altro sopravvive...”. Per una potteriana come me, il rimando alla famosissima saga è stato immediato quindi l'approccio alle pagine successive, non nascondo, è stato dubbioso. Per fortuna che l'accenno della storia nel prologo mi ha incuriosita abbastanza da tenermi attaccata alla lettura delle pagine seguenti! Ma facciamo chiarezza su quello che è il romanzo d'esordio di questa novella scrittrice. Siamo in un non ben identificato anno medievale e la protagonista della storia, la diciassettenne Artahnys, si presenta ai nostri occhi trafitta dal dolore per la morte di un caro parente (cerco di non spoilerare troppo per la gioia dei futuri lettori). L'odio che nascerà in lei la porterà ad affrontare pericoli e perizie che, oltre a metterne ripetutamente a rischio la vita, le permetteranno di trovare l'Amore (quello vero) e le sue vere origini, accennate nel prologo e rimaste nascoste per i successivi 21 capitoli. Altri personaggi compariranno nella storia a fare da spalla alle sue avventure, come il maestro Kemmotar, padre adottivo e capo del gruppo di artisti di strada col quale Artahnys vive, e l'enigmatico Lokiszek, cavaliere al servizio del malavagio re verso il quale la protagonista rivolge tutto il suo odio. L'approccio alla narrazione riflette l'acerbo ingresso nel competitivo e spregiudicato mondo degli scrittori. Le parti del racconto imperniante di Magia devono essere meglio approfondite perché tale elemento assume un ruolo troppo marginale nella storia: per più di metà libro ho avuto l'impressione di leggere un semplice romanzo di narrativa piuttosto che un fantasy. Alcune parti del racconto possono essere migliorate, altre devono essere approfondite e arricchite, ma sono sicura che questi suggerimenti saranno ampiamente accolti nel sequel della storia perché sì...c'è un sequel! Ed è questo il punto a favore per cui, nonostante i dubbi sopra riportati, consiglio la lettura de “La principessa di fuoco”. Nel leggere gli ultimi capitoli non ho mai pensato ad uno sviluppo della trama, che fino a quel momento è risultata essere abbastanza lineare allo standard: la protagonista supera mille peripezie, trova l'amore, sconfigge il nemico...e vissero tutti felici e contenti. L'essere stata piacevolmente smentita porta alla evidente conclusione che non siamo di fronte all'ennesimo autore che si diletta nello scrivere, ma abbiamo a che fare con un'autrice che può esercitare il suo talento ancora a lungo, perché dotata di un guizzo che ha solo bisogno di essere indirizzato verso sentieri più consoni.
Sinossi:
In un regno senza tempo, governato da un re malvagio come pochi; in un regno in cui vi sono fitte foreste di colore nero, così tanto intricate e folte quanto pericolose. Difatti, al loro interno, oltre a molte belve feroci, vivono degli umanoidi, chiamati Banditi del Ghiaccio, capaci di strappare la carne dalle ossa con la sola forza delle loro braccia. Una terra in cui i Demoni Oscuri, le guardie del re, danno la caccia e uccidono senza pietà tutti coloro che il re ritiene indegni e non al suo livello; è in tutto questo che si svolge la storia di Artahnys, una giovane ragazza che ha appena subito una perdita molto grave e, da quel giorno, brama vendetta contro il re. Un libro in cui sentimenti, dolore, amore, guerra e magia si intrecciano e danno vita alla storia della Principessa di Fuoco, una ragazza che per amore, sarebbe capace di sfidare chiunque e andare incontro alla morte senza preoccupazioni o ripensamenti.
Devo dire la verità: leggendo questo fantasy ci sono rimasta un po' male. Arrivo a pagina 10 dell'introduzione e leggo “Nessuno di loro può vivere se l'altro sopravvive...”. Per una potteriana come me, il rimando alla famosissima saga è stato immediato quindi l'approccio alle pagine successive, non nascondo, è stato dubbioso. Per fortuna che l'accenno della storia nel prologo mi ha incuriosita abbastanza da tenermi attaccata alla lettura delle pagine seguenti! Ma facciamo chiarezza su quello che è il romanzo d'esordio di questa novella scrittrice. Siamo in un non ben identificato anno medievale e la protagonista della storia, la diciassettenne Artahnys, si presenta ai nostri occhi trafitta dal dolore per la morte di un caro parente (cerco di non spoilerare troppo per la gioia dei futuri lettori). L'odio che nascerà in lei la porterà ad affrontare pericoli e perizie che, oltre a metterne ripetutamente a rischio la vita, le permetteranno di trovare l'Amore (quello vero) e le sue vere origini, accennate nel prologo e rimaste nascoste per i successivi 21 capitoli. Altri personaggi compariranno nella storia a fare da spalla alle sue avventure, come il maestro Kemmotar, padre adottivo e capo del gruppo di artisti di strada col quale Artahnys vive, e l'enigmatico Lokiszek, cavaliere al servizio del malavagio re verso il quale la protagonista rivolge tutto il suo odio. L'approccio alla narrazione riflette l'acerbo ingresso nel competitivo e spregiudicato mondo degli scrittori. Le parti del racconto imperniante di Magia devono essere meglio approfondite perché tale elemento assume un ruolo troppo marginale nella storia: per più di metà libro ho avuto l'impressione di leggere un semplice romanzo di narrativa piuttosto che un fantasy. Alcune parti del racconto possono essere migliorate, altre devono essere approfondite e arricchite, ma sono sicura che questi suggerimenti saranno ampiamente accolti nel sequel della storia perché sì...c'è un sequel! Ed è questo il punto a favore per cui, nonostante i dubbi sopra riportati, consiglio la lettura de “La principessa di fuoco”. Nel leggere gli ultimi capitoli non ho mai pensato ad uno sviluppo della trama, che fino a quel momento è risultata essere abbastanza lineare allo standard: la protagonista supera mille peripezie, trova l'amore, sconfigge il nemico...e vissero tutti felici e contenti. L'essere stata piacevolmente smentita porta alla evidente conclusione che non siamo di fronte all'ennesimo autore che si diletta nello scrivere, ma abbiamo a che fare con un'autrice che può esercitare il suo talento ancora a lungo, perché dotata di un guizzo che ha solo bisogno di essere indirizzato verso sentieri più consoni.
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