Intervista a Valentina Luberto: “Oltre tutto quello che vedo c’è ancora tanto che posso immaginare”.

Carissimi lettori del Penny Lane, oggi con immenso piacere abbiamo come nostra ospite Valentina Luberto. Artista e autrice, Valentina Luberto ci porta nel suo mondo che la contraddistingue da molte sue colleghe. 
Valentina ha iniziato a scrivere quello che non riusciva a disegnare e a disegnare un giorno in cui non ha trovato le parole. Alla continua ricerca di nuovi canali per esprimere la sua creatività con la consapevolezza che, per quanti ne troverà, ce ne sarà qualcuno che avrà perso o che non riuscirà a scoprire ha intuito che quello che si cela oltre il visibile diventa per lei pieno di inaspettate possibilità. 



Quanto l'arte influenza la tua scrittura?
Ho iniziato a scrivere proprio servendomi delle suggestioni e delle impressioni che mi trasmetteva l’arte, essendo un’appassionata frequentatrice di mostre, qualche volta accadeva che vedessi delle opere, ne fossi particolarmente impressionata e le volessi raccontare. Nei miei racconti ci sono spesso dei riferimenti a questo mondo o ad alcuni suoi rappresentanti che più amo. Per esempio, in Sghembestorie, Lettere Animate Editore, ci sono tantissimi richiami all’arte come René di “Una storia o su di lì” che è sicuramente legato a René Magritte, ne “Il caso delle X di Orsorosso” c’è la pittrice di girasoli che è un piccolo riferimento a Van Gogh, ma anche il violinista sul tetto di Chagall e tanti altri piccoli segreti che non voglio svelare; oppure nel mio ultimo libro L’amore è miope, Pub Gold Edizioni, Vincenzino il pittore che dipinge solo pizze, è un simpatico omaggio sempre a Van Gogh. L’arte mi dà la possibilità di essere in questo mondo e viverne contemporaneamente un altro possibile che, poi, è ciò che cerco di creare tutte le volte che scrivo.

Cosa nasce prima? Un disegno o una storia?
Quando scrivo ciò che nasce prima credo sia il personaggio. Inizio a immaginare qualcuno che bussa alla porta della mia fantasia e chiede: “Chi sono, da dove vengo, sai per caso dove sono diretto?”
A quel punto, devo aiutarlo a placare i suoi dubbi esistenziali. Non posso lasciarlo senza una storia! Credo che ciò che io ami di più, quando scrivo, sia proprio la creazione dei personaggi. Li scopro man mano, si fanno conoscere e io mi affido a loro; alla fine, provo per ognuno un grande affetto. Non va, però, sempre così, qualche volta ho un finale che mi chiede: “Come siamo arrivati a questo punto?”. Le domande sono il mio debole, quindi, devo rispondere e dare a quel finale una storia.

È, invece, molto raro che abbia una visione lineare e a priori di ciò che scrivo.
In Sghembestorie i racconti sono introdotti da un disegno che viene ad essere parte integrante della storia. In quel caso, i disegni sono stati realizzati dopo la scrittura dei racconti; rileggendoli ho immaginato quello che poi ho disegnato, così, il tratto grafico si è fuso con la narrazione.
Quando disegno soltanto, invece, non c’è nessuna intenzione di disegnare questo o quel soggetto. Tutto è istantaneo e spontaneo, la maggior parte di ciò che disegno è tracciato con un pennarello indelebile e non viene ritoccato, mi piace affidare al segno grafico questo senso di immediatezza in cui ciò che guida la mano è il sentimento, non la ragione.



Ne L’amore è miope ho introdotto alla fine del libro un inserto che ho completamente realizzato con la grafica. In quel caso, il risultato finale, invece, viene da un progetto ben preciso e da una realizzazione che ha richiesto rigore, mantenendo originalità e spontaneità nell’idea.



Si scrive per estraniarsi o per apprezzare meglio il mondo?
Come dico sempre, la scrittura per me è la possibilità di guardarsi intorno e pensare: “Oltre tutto quello che vedo c’è ancora tanto che posso immaginare”. Apprezzo questo mondo, ma so che posso esplorarne anche altri.

L'amore che cosa significa per Valentina?
L’amore per me è tante cose, alcune delle quali ancora da scoprire, quindi, non sarò sicuramente esaustiva nella mia risposta.
Posso dirti che quello che istintivamente mi è venuto in mente un istante dopo la tua domanda è stato: l’amore è quel sentimento che ti fa pensare “Sono a casa”. Per me, che “a casa” mi sono sempre sentita e mi sento raramente, riuscire a pensare questo significa che, nella relazione che vivo, sono serena, entusiasta, a mio agio con me e con l’altro, che posso fidarmi e affidarmi. Vedo l’amore come il luogo in cui le difese non hanno ragione di esistere, in cui l’altro cerca di comprendere ogni tuo difetto, sia esso interiore che esteriore e lo accetta perché, se non lo accettasse, lascerebbe andare una parte di te e l’amore non è “parte”, ma “tutto”. Un luogo in cui si coopera vicendevolmente per il raggiungimento del bene, in cui si cresce, ci si mette in discussione per andare oltre i propri limiti, in cui due persone hanno a cuore l’uno i desideri dell’altra. Una meravigliosa unione di anima e corpo.

Oltre tutte queste cose bellissime, romantiche e difficilmente realizzabili, dico che l’amore è anche il sentimento che, più di ogni altro, è dotato di senso dell’umorismo e ti spinge, tuo malgrado, spesso a mettere alla prova il tuo.


Ringrazio ancora Penny Lane Caffè e Libri per aver voluto far conoscere ai suoi lettori il mio mondo e mi auguro che la mia compagnia sia stata piacevole.

Pubblicazioni:

- In bilico. Storie di animali terrestri, Musicaos Editore [coautrice]
- Sghembestorie, Lettere Animate Editore
- Cuore confuso al cioccolato fuso, Lettere Animate Editore [racconto breve]
- L'amore è miope, Pub Gold

I miei luoghi:

Instagram: @valentinaluberto

Facebook: @sghemberie

Blog: http://sghemberie.blogspot.it/

Commenti

  1. Grazie ancora per questa bella chiacchierata, è stato un piacere trascorrere un po' di tempo con voi <3

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  2. Anche per noi è stato molto bello, grazie infinite per la fiducia e per la disponibilità

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