Intervista a Giulia Benedetti: Raccontare l’amore è un po’ vivere la vita che tutti in realtà vorremmo





Classe 1988, Giulia Benedetti inizia a scrivere per passione circa tre anni fa. Se cerchi mi vedi, il suo romanzo d’esordio, in cima alla top ten in pochissimo tempo, le fa conquistare un contratto editoriale con la casa editrice Lettere Animate. Seguono a questa pubblicazione Le ragazze di Pikewood un mystery romance e la trilogia Daniele & Veronica, un bestseller che conferma la bravura di Giulia Benedetti. Con Al di là del Tevere, non ci sono più dubbi e le lettrici apprezzano ogni suo lavoro e non vedono l'ora che ne scriva altri.




Quanto è importante scrivere per Giulia Benedetti?
Per me è molto importante, perché grazie alla scrittura sfido la mia mente a volare con la fantasia e a esprimere la mia creatività al meglio. Riesco ad andare in tanti posti con la scrittura, e credo che proprio grazie a questa “modalità di volo”, si riescano a risolvere tanti problemi…




É la scrittura a cambiare il mondo o è il mondo a cambiare la scrittura?

E’ il mondo a cambiarla, secondo me.
Viviamo in un’epoca dove anche la scrittura segue le sue mode! Nel periodo 50 shades avevamo il boom degli erotici, mentre ora abbiamo in voga il genere DARK. Non so quando è successo tutto questo, ma di sicuro non è salutare. La scrittura non dovrebbe seguire le mode, dovrebbe semplicemente seguire il cuore dello scrittore.


Raccontare l'amore è uno stimolo o una sfida?

Nessuna delle due cose, secondo me. Raccontare l’amore è una scelta, più che altro, che può renderti felice oppure no… dipende da quanto distacco ti prendi rispetto al tuo scritto. E’ chiaro che, se scrivi una storia d’amore drammatica, dentro di te avrai per forza un determinato stato d’animo durante la stesura. Stessa cosa vale per i chick lit, o gli young/new adult, dove nel primo bisogna avere molta autoironia, mentre nel secondo bisogna tornare un po’ ragazzini con la mente.
Io ritengo che sia più che altro un modo per evadere, ma non uno stimolo né una sfida. Raccontare l’amore è un po’ vivere la vita che tutti in realtà vorremmo, creare una realtà alternativa dove il lieto fine c’è sempre e dove non ci sono tutte le difficoltà che noi affrontiamo nella vita quotidiana.



Quanto di Giulia Benedetti c'è nei suoi romanzi?

Nell’ultimo romanzo TANTISSIMO. Forse troppo, ma non avevo molte alternative! Me ne sono accorta una volta che ho finito di scrivere il romanzo e l’ho riletto per l’editing.
In generale ho sempre cercato di evitare di mettere qualcosa di me nei personaggi, ma non sempre ci sono riuscita. Sicuramente di me c’è lo sfondo ironico (soprattutto in AL DI LA’ DEL TEVERE), e la positività che fa parte del mio carattere.

Se non avessi scritto, quale altra passione avresti nutrito?

Assolutamente il CANTO!



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